in

Giannini GP4 | Prova su strada

Tempo di lettura: 5 minuti

Un omaggio, un grande omaggio. Con questa idea nasce la Giannini GP4, una vera e propria super citycar a trazione integrale dalle forti emozioni, studiata ed ingegnerizzata ad hoc dall’azienda GRAM Torino Engineering, che ha voluto celebrare i 100 anni del brand romano.

Un progetto speciale che non solo rende omaggio al Marchio Giannini, ma onora anche le inconfondibili forme della 500 e, senza dimenticare forse la nota più importante, mostra un’eccellenza tutta italiana e torinese: saper fare auto sportive.

Abbiamo avuto modo di provare la nuova Giannini GP4 in occasione dell’evento dedicato all’automobile torinese 457 Stupinigi Experience e ve la raccontiamo nel nostro consueto primo contatto.

Esterni: quando la 500 mostra i muscoli

Un posteriore prorompente, largo e muscoloso, da apprezzare nel suo segmento intero

Probabilmente non si poteva immaginare una 500 più aggressiva di quella realizzata da GRAM. Più lunga di 18 cm (3,75m), più larga di 38 cm (avete capito bene, trentotto centimetri) e con un passo maggiorato di 7 cm (2,37 m) la Giannini GP4 ha un design esplosivo e la gran parte del merito è dei passaruota con i louvers, gli sfoghi aria come li chiamano gli americani, che ne stravolgono l’aspetto finale.

Con una carrozzeria quasi per intero in fibra di carbonio, la Giannini pesa meno di 1.200 kg (a cui GRAM limerà ancora una cinquantina di chili) e nella vista anteriore riesce già a mostrare buona parte dei suoi muscoli. Enorme la bocca del paraurti anteriore, dove prende aria l’altrettanto grande intercooler firmato “Giannini”, mentre sopra, oltre ai tradizionali fari derivati direttamente dalla 500, si trovano due grossi fendinebbia di stampo rallystico e dal richiamo storico, della Hella con DRL diurno integrato. Una bella chicca che regala, come se ce ne fosse bisogno, ulteriore carattere alla Giannini GP4.

Lateralmente si rivedono i passaruota da una nuova angolazione, ma soprattutto si vede il contributo fondamentale dei due partner tecnici. Michelin, infatti, ha sposato ampiamente il progetto fornendo il meglio disponibile in “Casa Bibendum”, ovvero le Pilot Sport Cup 2 da 235/40, dalla spalla comunque non estrema, mentre l’italiana OZ ha messo a disposizione diverse tipologie di cerchi ultraleggeri, tra i quali i Superturismo Evoluzione da 19”.

Guardando sotto gli enormi passaruota spiccano i due partner tecnici: Michelin e OZ

Dietro, la Giannini GP4 continua con coerenza quanto fatto nei primi due “reparti”. Un generoso spoiler estende la linea originale del tetto per compensarne la compattezza e migliorarne l’aerodinamica, mentre il paraurti posteriore, in attesa di ulteriori flap direzionali tra diffusore centrale e interno ruota, abbraccia i due grossi terminali di scarico. Arriverà un impianto definitivo ancora più sportivo, sviluppato in collaborazione con una storica azienda italiana del settore.

Nel complesso tutta l’aerodinamica è stata studiata in galleria del vento, in modo da modellare la vettura nella maniera più corretta possibile, per un lavoro di ingegnerizzazione curato nel dettaglio.

Interni: Tocchi di classe, in attesa della GP4 definitiva

Proposta nella configurazione a 4 posti oppure 2 posti con un vero Roll-bar posteriore, la Giannini GP4 propone già al primo sguardo un ambiente esclusivo.

Sedili, cambio e roll bar catturano subito l’attenzione, aspettando una versione definitiva

La versione da noi provata, con i due posti secchi, propone anche le cinture a quattro punti, che aumentano la dose sportiva degli interni, già impreziositi dai sedili Salbelt. Il modello utilizzato per la Giannini è lo stesso adottato, ad esempio, sulla Jaguar Project 7, ma ovviamente ristilizzato in co-design tra il centro stile del Brand italiano e il responsabile del design dei progetti GRAM, Emanuele Bomboi.

I sedili forniscono grande supporto nella guida tra le curve, ma al tempo stesso sono comodi, grazie a una buona imbottitura, e leggeri, con la fibra di carbonio che riveste la parte posteriore. La plancia, invece, è per il momento è simile a quello della Abarth tradizionale, ma rivestita in Alcantara con disegno specifico, mentre il volante è dotato del logo “Giannini”.

Affascina il cambio manuale a 6 marce ad “H”, con torretta in alluminio e leverismi in Ergal completamente ricavati dal pieno, una conformazione simile a quella vista sulla 695 Biposto, che però utilizzava la soluzione degli innesti frontali.

Una gabbia posteriore vera e propria, che aumenta le sensazioni corsaiole della GP4

Rivestimenti maggiormente curati, novità sulla plancia, pulsanti rivisti e di materiali “nobili” completeranno gli interni della versione definitiva.

Alla guida della Giannini GP4 da 300 CV: una moderna supercar, in formato compatto

Il motore della Giannini GP è il 1.4 T-Jet, lo stesso della 500 Abarth, ma è stato portato a 300 CV a 6.750 giri, con una coppia di 370 Nm a 3.750 giri e un rapporto di meno di 4 kg/CV. La velocità massima è di 245 km/h.

L’aumento di potenza rispetto alla Abarth tradizionale non è, però, dovuto a una sostituzione della mitica turbina Garrett (modificata ad hoc), bensì al rinforzo di bielle, pistoni e a una serie di modifiche che hanno cambiato il propulsore da cima a fondo.

Ogni cambiata è una fucilata, l’allungo ti incolla al sedile e il turbo lag è solo un lontano ricordo

Il motore è una bomba pronta a esplodere. Dimenticatevi il turbo lag di cui hanno sofferto alcune Abarth “tradizionali”, perché qui la coppia è sempre pronta ad attaccarvi al sedile, con un allungo che vi costringe a tenere ben salde le mani sul volante.

Nuovo anche il cambio. Come già accennato, il 5 rapporti lascia spazio a un 6 marce manuale ad “H”, curato direttamente da GRAM. Il risultato sono leveraggi molto corti, innesti super diretti, rapidi e belli bruschi ad andature sostenute. Quando si affonda il piede sul gas e si cambia verso il limitatore, la vettura restituisce un bel “calcio nella schiena” molto appagante. La frizione con disco in rame e smorzatore rimane sempre piuttosto pesante, ma, dopo un po’ di abitudine, partenza e cambi marcia diventano facilmente gestibili anche nel traffico cittadino.

La grande novità che differenzia un semplice tuning da un’ingegnerizzazione vera e propria è l’introduzione della trazione integrale sulla Giannini GP4. Attraverso il giunto viscoso, il 4×4 è permanente con una ripartizione della coppia motrice capace di variare in base alle esigenze di trazione. Questo permette di ottenere un comportamento piuttosto neutrale tra le curve e sempre ben incollato a terra. Il sottosterzo è assente, così come il sovrasterzo, l’auto è molto precisa in inserimento, brutale nei cambi di direzione e quando si forza l’andatura ci si sente quasi al volante di una vettura da corsa. Sembra quasi di toccare un nervo, per la rapidità con cui la vettura risponde agli input e questo è merito anche del rollio azzerato.

Un po’ come accade per la Alfa Romeo 4C, a bordo ci si sente alla guida di una vettura speciale; nulla è convenzionale su un’auto come la Giannini GP4. Le sensazioni sono ampliate e si sente che le emozioni sono pronte a travolgerti tutte insieme. A proposito di sensazioni, il sound, che riceverà ulteriori implementazioni, tocca già tonalità molto interessanti, scoppietta in cambiata e in scalata ed è accompagnato dal fischio della turbina che caratterizza moltissimo la guida della GP4.

L’assetto, formato da sospensioni Mcpherson all’anteriore e al posteriore, ma progettate e realizzate appositamente, è regolabile, permettendo di scegliere tra configurazioni hard, soft e medium, e di selezionare, quindi, se si preferisce una GP4 più estrema o meno.

Per quanto riguarda lo sterzo, infine, anche questo è stato ricalibrato per diventare più diretto e consistente, mentre l’impianto frenante è firmato Brembo per Giannini con dischi da 330 mm all’anteriore e da 272 mm al posteriore. Le staccate sono potenti, il pedale propone una corsa ben tarata e a dimostrarlo ci pensa il dato inferiore ai 35 metri per la frenata da 100 a 0 km/h.

Dalla pista alla strada, la Giannini GP4 sa farsi trovare pronta, grazie a quel comfort che basta per un utilizzo quotidiano

Cosa si intende per moderna supercar? Una vettura in grado di essere utilizzata in diverse occasioni, dalla strada di montagna con divertimento tra tornanti, all’aperitivo in centro città, tra traffico e pavimentazione sconnessa. Questo è il grande vanto degli uomini di GRAM, capaci di creare una vettura performante, ma non estrema in tutto, con un look che fa girare la testa.

Missione compiuta, in attesa di scoprire la versione “di serie” in tutto e per tutto, che proveremo nuovamente nei prossimi mesi e che riceverà migliorie tecniche ed estetiche, per un prodotto finale ancora più entusiasmante.

Prezzo

La Giannini GP4 viene realizzata su ordinazione e ha un prezzo di 130.000 euro. È una vettura, ampiamente personalizzabile e configurabile come tutte quelle che appartengono a questa fascia così esclusiva.

Il costo non è certo basso, ma siamo sicuri che gli appassionati del “cinquino”, e non solo, sapranno apprezzarlo, per via dei contenuti tecnici elevati e della sopraffina ingegneria utilizzata per la realizzazione, che la allontanano dal puro tuning per inserirla tra le vetture da collezione.

Se volete contattarli la mail è info@gramtorino.it

[Best_Wordpress_Gallery id=”1045″ gal_title=”Giannini GP4″]

Pilota professionista

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

Mercato Porsche Cayenne

Mercato Porsche: +3% nei primi nove mesi 2019. Trainano USA e Cina

Lancia Ypsilon Monogram

Lancia Ypsilon Monogram: la nuova firma della citycar italiana