SsangYong
Negli anni ‘50, durante la Guerra Fredda, la Corea del Nord invade la Corea del Sud. Intervengono le Nazioni Unite, arrivano gli americani. Nel ‘53, dopo 3 milioni di morti, il conflitto finisce. Segue un teso a lunghissimo armistizio, durante il quale le forze statunitensi mantengono la loro presenza in Corea del Sud. Nel ‘54 viene fondata la Hadonghwan Motor Company, che dopo tre anni cambia nome in Dong-A Motors. Fino al ‘76 costruisce Jeep per l’Esercito degli Stati Uniti d’America.
Cominciano le produzioni destinate ai civili. Nel ‘83 esce la prima versione della SsangYong Korando, il fuoristrada che la casa coreana continua a produrre fino alla trasformazione in SUV nelle versioni 2010 e 2019. Korando è una parola composta, un’elaborazione della frase “Korea Can Do”, che significa “Corea Può Fare”. Quindi questa vettura indica come viene concepito il marchio in Corea del Sud, nel resto dell’Asia, e rappresenta una previsione della sua storia societaria.
Nel 1988 il marchio si chiama SsangYong, che tradotto significa “coppia di dragoni”.
Dopo due anni collabora con la tedesca Daimer-Benz e acquisisce l’inglese Panther Westwinds, che prima produceva auto in stile retro’ ma con moderni motori Jaguar. Intanto, in seguito a un’alleanza con la Mercedes-Benz, nasce la Musso. Il fuoristrada esce nel ‘93 e sarà prodotto fino al 2005.
Nel ‘97 la Daewoo compra la SsangYong. Lo stesso anno esce la Chairman, in versione berlina e limousine, che dopo un restyling del 2011, verrà prodotta fino al 2017. Poi insieme a Mercedes-Benz per le motorizzazioni e alla torinese Italdesign Giugaro concepisce un’altra auto storica del marchio, che è ancora in produzione: la Rexton. La prima versione esce nel 2001 in Corea del Sud e un anno dopo si vende anche in Italia.
La Daewoo va in crisi e trascina irrimediabilmente con sé la SsangYong. Così nel 2004 la maggioranza delle quote del marchio coreano se le compra uno dei 5 giganti cinesi, la SAIC. In questo periodo esce la Rodius, una monovolume dall’estetica controversa in Europa, comunque prodotta fino al 2019. Nel 2004 esce la Kyron, una Sport Utility sul modello della Rexton commercializzata in Italia e in produzione fino al 2011. Nel 2006 esce anche la Actyon.
Nel 2008 e nel 2009 la SsangYong va in amministrazione controllata. Questo provvedimento porta a pesanti tagli del personale. I lavoratori occupano la fabbrica e vengono repressi duramente. In tutta la Corea del Sud e in altre parti del mondo ci sono proteste e manifestazioni di solidarietà. Quindi la storia della Coppia di Dragoni e la sue controversie economiche ottengono un picco di visibilità. Così la Mahindra & Mahindra rilevò le quote SsangYong dalla SAIC. È il 2010.
L’azienda indiana rilancia la SsangYong, riduce i consumi e incoraggia prototipi elettrici.
Nel 2015 esce la Tivoli, una delle auto più vendute del marchio e ancora in produzione.
Nell’Ottobre del 2021 si comunica che Edison Motors, la coreana che produce autobus e camion elettrici, acquisirà la SsangYong. Il piano prevede macchine a motorizzazione elettrica entro il 2030, riduzione massiccia delle emissioni e l’apertura a nuovi mercati.
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