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Ferrari a Le Mans? Le parole di Binotto aprono a questa possibilità

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Ferrari a Le Mans dopo l’introduzione del budget cap in F1? Le regole della massima serie dell’automobilismo, in corso d’evoluzione, potrebbero spingere il cavallino ad affacciarsi ad un’altra categoria dove, nel passato, si sono scritte pagine importanti di storia.

Si parla di fantascienza quando si tocca l’argomento extra F1 nelle stanze della GES di Maranello, ora ferme per il lockdown, ma quella che è sempre stata poco più di una semplice supposizione ora potrebbe, davvero, diventare realtà. Vuoi il Coronavirus vuoi il secchio di acqua fredda caduto sulle teste dei top manager in F1, quasi a volersi risvegliare da un piacevole tepore che si è trascinato forse fin troppo negli ultimi anni, il budget cap, già discusso ai tempi di Max Mosley, sul quale i team stanno discutendo potrebbe davvero aprire nuovi scenari ai piani alti del motorsport.

Tolte le parole di Binotto rilasciate al The Guardian, sulle quali torneremo a breve, già Antonello Coletta, Responsabile del programma GT Ferrari, nel mese di febbraio, aveva aperto alla possibilità di vedere una Ferrari a Le Mans, più precisamente nel nuovo regolamento LMDh (Le Mans Daytona Hybrid), che dovrebbe “fondere” WEC e IMSA in un’unica categoria, e che verrà introdotto al termine della super season WEC 2020/21, sempre se il Coronavirus non stravolgerà i piani della FIA nell’organizzazione dei campionati, come sta facendo.

Ci sono vari ostacoli da affrontare, in primis la possibilità di costruirsi in proprio la vettura attualmente non concessa dalla bozza del regolamento LMDh, in secondo piano il destino della classe GTE-Pro, dove Ferrari corre ufficiale con le 488 GTE. Se si aprisse l’opzione LMDh per Ferrari, a Maranello potrebbero dire basta alle GT corsaiole nella classica francese, recentemente celebrate da una mostra organizzata al Museo Ferrari.

Ferrari a Le Mans: e la F1?

Parliamo, però, di F1. Proprio Binotto, team principal della scuderia, nei giorni scorsi si era sbottonato intervistato dai colleghi inglesi, senza però mai dire, come sostenuto da qualcuno, che la Ferrari sarebbe pronta a lasciare la F1. Il problema, piuttosto, riguarda le risorse umane. Con un budget cap, a oggi, impostato a 145 milioni (Ferrari spende almeno tre volte di più per ogni stagione) sarebbe impensabile non ricorrere a un taglio del personale operativo, a meno di destinarlo, per l’appunto, a un secondo programma, Endurance o Indycar, con buona pace del campionato americano dove i telai sono tutti uguali (Dallara) e dove Ferrari non ha una tradizione da riportare in auge.

Già un tetto alle spese di 145 milioni di dollari è impegnativo e non può essere raggiunto senza un sacrificio in termini di risorse umane. Se dovesse scendere di più non vorremmo essere messi nella condizione di dover esaminare altre opzioni per sviluppare il nostro dna che è quello di correre. Con un tetto troppo basso rischiamo di avvicinarci alle corse minori. Non è il momento di prendere decisioni affrettate, un team di F1 ha un ruolo nel tessuto sociale di un Paese

Se la storia di Ferrari a Le Mans è gloriosa, è anche vero che è dal 1974 che tutti gli sforzi del cavallino sono concentrati sulla F1, tolte appunto le vetture GT non gestite direttamente da Maranello, bensì solo prodotte (telaio e motore). I tempi, però, specie dopo una pandemia destinata a sconvolgere gli equilibri del mondo, cambiano, e tutto potrebbe succedere. Ferrari, però, per il ruolo che le compete, non sembra d’accordo con questa riduzione dei costi perchè, lo ripetiamo, sarebbe da rivedere la completa gestione della scuderia stessa, oggi in grado di impiegare circa 1.000 dipendenti per la gestione di due vetture…identiche.

Di sicuro, Ferrari gioverebbe di un impegno ufficiale in un’altra categoria comunque più vicina alla produzione di serie (potremmo vedere una SF90 Stradale in versione da corsa, magari ibrida?) di quanto potrà mai essere la F1, dove chiamare le vetture dei prototipi sembra quasi riduttivo.

Sarebbe stimolante creare due gruppi di lavoro sotto lo stesso tetto, come fu per la Ferrari degli anni ’60-’70, per seguire entrambi i campionati, dove la futura classe regina dell’endurance avrà comunque un impatto sul calendario minore rispetto a una F1 con l’attuale formato.

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